martedì 31 dicembre 2013

LUGHNASADH LA FESTA DEL GRANO

LUGHNASADH
LA FESTA DEL GRANO

Uno dei più importanti eventi dell’anno agrario nell’antica Europa era ed è
ancora il raccolto del grano. Risalente all’Età Neolitica, la coltivazione dei
cereali ha letteralmente plasmato tutte le civiltà europee e mediterranee. La
farina e il pane erano letteralmente la vita per le antiche popolazioni.
La mitologia più antica narrò di due entità femminili, madre e figlia, che
rappresentavano forse il raccolto maturo e il futuro raccolto da seminare,
entrambe simboleggiate dall’ultimo covone mietuto quasi a raffigurare la loro
somiglianza e identità. Il folklore europeo ne parlò come la Vecchia del Grano,
il vecchio spirito o la vecchia divinità che moriva al momento del raccolto per
incarnarsi nella Fanciulla del Grano, raffigurata come una bambola formata con
le spighe dell’ultimo covone e conservata come un talismano per tutto l’anno.
In epoche precristiane queste due figure venivano chiamate Demetra e
Persefone, o Cerere e Proserpina
Ma non era solo una storia di raccolti e di vegetazione quella che raccontavano
gli antichi miti. No, era una storia di morte eresurrezione che coinvolgeva tutti
i regni della natura, compreso quello umano. I misteri iniziatici in onore di
Demetra e Persefone che si tenevano ogni anno nell’antica città greca di Eleusi
rivelavano che la morte è solo un passaggio verso una diversa esistenza. Così
come Persefone ritornava dal regno dei morti, anche gli iniziati
potevanoaspirare alla resurrezione. Il chicco di grano muore ma per rinascere
come nuova spiga.Più tardi la divinità del grano assunse aspetto maschile, il Re
o Dio del Grano, figlio o amante delle grandi dee. Tali furono Tammuz e Adone,
il primo riportato in vita dalla sua sposa Ishtar, il secondo destinato a
trascorrere metà dell’anno con la Regina dell’Oltretomba e l’altra metà con
Afrodite, dea dell’amore e della fertilità. Entrambi erano giovani dei che
morivano per risuscitare a nuova vita, come il grano. Suggerisce nulla tutto
ciò? C’era un bosco sacro dedicato ad Adone nei pressi di Betlehem (“Casa del
Pane”)...
In molti templi neolitici dell’Europa orientale sono state rinvenute statuette
di donne-uccello (la Dea Uccello) e statuette umane che preparano il pane. Ciò
richiama i motivi del tempio di Afrodite a Pafo, nell’isola di Cipro dove Afrodite
e Adone furono amanti.
Nei paesi celtici del Nord Europa il raccolto dei cereali avveniva più tardi e
prima delle dure fatiche del raccolto ci si concedeva una pausa di festa,
contrassegnata il l~ agosto dalla celebrazione di Lughnasadh (pron. Luunasa),
la “commemorazione di Lugh” (nasadh commemorazione o assemblea). In
gaelico irlandese Lunasa indica il mese di agosto, in gaelico scozzese la
ricorrenza è chiamata Lunasda. L’Irlanda è una terra dove le usanze di
Lughnasadh sono sopravvissute fino ai nostri giorni.Nei secoli in cui la religione
cattolica era perseguitata dai Protestanti, le masse rurali si radunavano su
cime di colline o vicino a sorgenti per celebrare i momenti di passaggio
dell’anno, obbedendo a tradizioni molto più antiche del Cristianesimo. L’Irlanda
ha ancora un cuore pagano,basti pensare al film “Ballando a Lughnasa” dove
tra l’altro è mostrato anche un festino intorno a un falò in cima ad un
colle...Lugh, dio del fuoco e della luce, può avere derivato il suo nome dalla
stessa radice del latino lux, e pare sia una più tarda e più sofisticata versione
di Bel/Beli/BalOr che regna su Beltane. Lugh è legato alle popolazioni agricole
che si unirono a quelle pastorali: Beltane è una festa pastorale, Lughnasadh è
una festa più agraria. Lugh nelle leggende irlandesi era un capo dei Tuatha Dé
Danann, il “Popolo della Dea Dana”. Nella guerra contro i precedenti abitatori
dell’irlanda, i Fomori, egli scambiò la vita di Bres, capo nemico, con i segreti
dell’agricoltura: aratura, semina, raccolto. Il re dei Fomori era Balor (l’antico
Bel), ritenuto nonno o padre di Lugh; ciò non deve sorprendere poiché nelle
mitologie di tutto il mondo un dio che rimpiazza una divinità più antica, viene
sempre collegata ad essa da legami di parentela per poterne ereditare anche
violentemente le funzioni. I Tuatha Dé Danann furono i penultimi invasori
dell’Irlanda (gli ultimi furono i Milesiani, cioè i popoli gaelici) e si imposero ai
più antichi Fomori. Lugh appare così un Balor rigenerato.Lugh è anche divinità
delle arti, chiamato “ugualmente abile in tutte le arti” e “luminoso dalla mano
abile” per indicare le sue capacità. Nel grande racconto mitologico “La battaglia
di Mag Tured” si descrive l’arrivo di Lugh a Tara, capitale sacra dove possono
essere accolti solo coloro che possiedono un’arte. I due portinai di Tara
interrogano Lugh il quale elenca a una a una tutte le sue specializzazioni ed
essi cercano di rifiutargli l’ingresso dicendo che a Tara esistono già persone
maestre in ciascuna delle arti nominate. Al che Lugh ribatte dicendo che non
sarebbe entrato a Tara solo se il re avesse avuto al suo servizio un uomo abile
in tutte le arti. Poiché nessuno possedeva contemporaneamente tutte le
capacità di Lugh, egli entrò trionfalmente nella capitale!
Lugh era patrono di molte città, come Lione in Francia, l’antica Lugdunum,
per l’appunto e ciò può essere spiegato col fatto che le città dei Celti nacquero
quasi tutte come fiere di artigiani e costoro trovavano naturale consacrare i
nuovi insediamenti alloro patrono.
Lugh era detto anche Lamfhada “dal lungo braccio”, appellativo che lo
avvicina al dio solare egizio Aton, raffigurato con raggi dalle lunghe mani. In
alcune leggende egli appare nato da un parto trigemino (cioè possedendo una
triplice forma), in altre egli sposa tre dee. Questo aspetto trino lo avvicina
molto a Brigit, anche essa divinità della luce e delle arti, di cui forse era la
controparte maschile. Lugh è il padre spirituale del grande eroe irlandese Cu
Chulainn, e divenne Llew Llaw Gyffes (“leone dalla mano veloce”) in Galles e
Lud in Inghilterra, figure mitiche i cui miti passarono in quello arturiano di
Lancillotto. Nei tempi cristiani il suo posto fu preso dall’arcangelo Michele, una
più tarda forma di Lucifero che come Lugh è portatore di luce.
Le origini della festa di Lughnasadh sono collegate però non tanto a Lugh
quanto alla sua madre adottiva Tailtiu, la quale si affaticò per preparare le
pianure irlandesi all’agricoltura e così morì, dopo aver chiesto che la pianura
diventasse la sua tomba. Lugh ordinò che gli uomini di Irlanda tenessero una
festa annuale all’anniversario della sua morte, istituendo i giochi funebri in suo
onore. La tradizione di giochi funerari ha paralleli in molte culture, basti
ricordare le cerimonie funebri dei guerrieri morti ricordate nell’Iliade. Il vero
scopo della festa è il raduno delle popolazioni al momento del raccolto sulle
terre coltivate, terre che costituiscono il corpo materiale della Dea della Terra.
Gli stessi raccolti sono anche essi parte del corpo della Madre Terra.
In questo periodo dell’estate avanzata, si erano lasciate alle spalle le fatiche
e le preoccupazioni del raccolto del fieno e ci si preparava al raccolto di grano e
orzo, le messi che il calore del sole ha fatto maturare. Lughnasadh era
occasione di raduni e feste per le tribù celtiche, in cui ci si dedicava a giochi,
gare e banchetti. Era tempo di mostrare la velocità dei propri cavalli e di
competere in gare di abilita e forza: ciò era anche un allenamento alle fatiche
del raccolto, in cui la velocità e la resistenza erano doti essenziali in epoche
prive di macchine. Spesso bisognava fare i conti col cattivo tempo che poteva
rovinare il lavoro di un intero anno! Così i giovani partecipavano a gare di lotta,
lancio di aste, tiro con l’arco e corse di cavalli, giochi tenuti in grande conto in
società guerriere come quella celtica; molte di queste usanze sono state
conservate nei Giochi Gaelici che si tengono ancora in Scozia nel mese di
agosto. Ma anche le arti erano sotto il patrocinio di Lugh e si tenevano quindi
anche competizioni poetiche di Bardi e di musici.
I raduni erano occasioni per tenere fiere in cui venivano ingaggiati braccianti
e venduti animali. La festa durava due settimane e si diceva che finché
sarebbe durata questa tradizione, ci sarebbe stato “grano e latte in ogni casa,
pace e bel tempo per la festa e il raccolto”.
Era tempo di baldorie propiziate dal calore estivo e si celebrava l’inizio del
raccolto e l’offerta dei primi frutti agli dei (la festa era detta “del primo
raccolto”), così come pure la potenza della luce solare e l’abbondanza generosa
della natura. Il sole aveva trionfato su venti, gelo e nebbie e ora il raccolto era
pronto Ma la fertilità è anche un concetto legato alla sessualità umana, così
nell’antica Irlanda si celebravano i cosiddetti matrimoni di prova che duravano
un anno e un giorno. La località principale dove si celebravano questi
matrimoni era in Irlanda a Teltown, località che ha preso il nome dalla Dea
Tailtiu. Vicino a una fossa dove sgorgava una sorgente era eretto un muro con
un foro:
uomini e donne stavano sugli opposti lati del muro, senza potersi vedere ma
spingendo insieme le mani attraverso il foro le loro mani. Se agli uomini
piaceva l’aspetto delle mani delle donne le afferravano e ciò sigillava il patto
matrimoniale. Il contratto era rinnovabile, ma se alla scadenza del periodo la
convivenza aveva avuto cattivo esito, la coppia non doveva fare altro che
ritornare al luogo della cerimonia, mettersi schiena scontro schiena e
allontanarsi in direzione opposte. Una separazione consensuale e tranquilla,
senza spese per il divorzio!
Questa usanza in realtà è il ricordo di un’antica pratica rituale. La ragione di
dare il nome di Lugh alla festa era dovuta alla sua associazione con la Dea Erin
alla quale si unì in matrimonio con“nozze di sovranità” (banais rigi in gaelico)
in occasione del suo accesso alla sovranità dei Tuatha Dé Danann. Allo stesso
modo tutti i re d’Irlanda si univano ritualmente alla Dea della Terra, la sola che
concedeva loro la sovranità sul paese. A Lughnasødh troviamo il parallelo
dell’accoppiamento rituale di Beltane, dove il Dio dell’anno crescente sposava
la Dea della Terra. Allo stesso modo i “matrimoni nei boschi” di maggio hanno
un corrispondente nei matrimoni di Teltown e degli amori nei campi di grano a
Lughnasad.
Ma occorre tener presente che le nozze rituali di Lugh rappresentano un
accoppiamento sacrificale, in armonia del resto col sentimento di morte che
aleggia su questa prima festa di autunno. Secondo lo studioso James Frazer,
questo era il tempo in cui il re sacro era ritualmente ucciso e il nuovo re
sposava la Dea Madre. Così Lugh moriva e rinasceva in accoppiamento con la
Dea, unendo in un unico tema di sacrificio la fertilità umana e quella della
terra. A noi tutto ciò può sembrare paradossale, come pure il collegamento dei
giochi funerari in onore di Tailtiu con le feste nuziali di Lugh. Per comprendere
il paradosso delle nozze di Lugh dobbiamo comprendere che le più tarde
aggiunte alla leggenda hanno deformato il ruolo della Dea: infatti, pare che in
origine i funerali fossero tenuti in onore del Dio che moriva in quanto Dio del
Grano e dell’anno crescente. Le nozze erano quindi quelle del Dio dell’anno
calante, suo gemello e sostituto.Troviamo questi aspetti nella leggenda gallese
di Llew (figura che come si è detto ripete quella di Lugh). Egli visitò il castello
di sua madre Arianrhod recandosi là con un coracle, antica e tipica
imbarcazione irlandese che simboleggia forse il cesto del raccolto con cui le
divinità solari viaggiavano per recarsi dove li attende la Grande Dea. Caer
Arianrhod, il castello della Ruota d’Argento era un altro nome della
costellazione della Corona Borealis, costellazione circumpolare che non
tramonta e quindi ritenuta dimora ultraterrena di divinità e di eroi defunti. Il
viaggio di Llew altro non è che il viaggio compiuto in qualità di re dell’anno
crescente dopo il proprio sacrificio e in attesa di rinascita. Llew nelle leggende
sposò Blodeuwedd, donna creata con i fiori e quindi figura rappresentativa
della Giovane Dea della Vegetazione. In seguito Blodeuwedd tradì Llew con
Grown il Forte e lo uccise, sacrificandolo e sposando il suo sostituto, il re
dell’anno calante.
Anche in Irlanda gli aspetti sacrificali sono adombrati dalle leggende su Crom,
dio sacrificale associato a Lughnasadh e chiamato anche Crom Cruach (“il
piegato del tumulo”) o Crom Dubh (“il piegato dal nero colore). L’ultima
Domenica di luglio in Irlanda è la Domenica di Crom Dubh, in cui ha luogo un
grande pellegrinaggio sul monte Croagh Patrick dove si dice che San Patrizio
sconfisse una schiera di demoni. Il sacrificio di Crom era compiuto anticamente
sacrificando un suo rappresentante umano presso una pietra fallica circondata
da altre dodici pietre, essendo questo il tradizionale numero dei compagni del
re-eroe sacrificale. Il Libro di Leinster cita dodici idoli di pietra e la statua d’oro
di Crom. Più tardi i sacrifici umani furono rimpiazzati da quelli di un toro. Crom,
come pure Balor o Bres, è una forma antica del dio luminoso che produce
raccolti, rimpiazzata da Lugh in qualità di nuovo Dio che gli sottrae i frutti del
suo potere. Nelle leggende Crom Dubh era sepolto nel terreno fino al collo per
tre giorni e poi liberato una volta che i frutti del raccolto erano stati garantiti:
un segno del successo del rituale era l’abbondanza di mirtilli, presagio di
raccolti abbondanti. Ciò rimase nel folklore col nome di Domenica del Mirtillo
dato alla Domenica di Crom Dubh, con i giovani che vanno a raccogliere questo
frutto. La sepoltura di Crom e la sua liberazione ci rinviano dunque al tema di
sacrificio e di rinascita di Lughnasadh.Lughnasad passò nel folklore britannico
con il nome di Lammas, abbreviazione di Loaf-mass (dall’Anglo-Sassone “Hlafmaess”)
o “messa della pagnotta” poiché con il primo grano raccolto si
preparava un pane propiziatorio, offerto nelle chiese come parte di riti
eucaristici. L’antica divinità divenne John Barleycorn, lo spirito del grano o
dell’orzo che muore stritolato nella macina per domare farina agli uomini o
annegato nella distillazione per produrre whisky.Non a caso nel mito celtico la
dimora funebre di re ed eroi era rappresentata come una costruzione circolare
e rotante, il Castello della Ruota d’Argento: non è forse questa una
raffigurazione poetica del mulino con la sua macina sacrificale?Ma lo stesso
simbolo viene raffigurato dalla ruota che viene accesa e fatta rotolare giù per il
pendio di una collina, usanza ancora oggi celebrata in Scozia, Germania e
Svizzera. A volte la ruota finisce in un fiume, così come la ruota delle stagioni
inizia il suo declino. Questa ruota è nuovamente la ruota solare che abbiamo
già visto nelle feste del Solstizio estivo. Lughnasadh ripete in un certo senso
alcuni simboli solstiziali, essendo il culmine e l’inizio del declino nel ciclo delle
feste celtiche allo stesso modo in cui il Solstizio estivo è culmine e inizio di
declino nelle feste astronomico-solari.La festa viene celebrata anche con fuochi
rituali accesi in cima alle colline, come in Galles, nell’isola di Man e in Irlanda,
dove i falò sono anche occasione di danze di licenziosità.La pianta sacra di
Lughnasadh è la spiga di grano o di orzo. Lugh e Llew sono divinità del grano,
di morte e di rinascita, perché il grano tagliato rinasce come farina e pane.
Durante i raccolti si credeva anticamente che una forza sacra (chiamata dai
Russi il Vecchio, da altri popoli slavi la Vecchia, e nei paesi germanici la
Madonna del Grano) si incarnasse nell’ultimo covone mietuto. Questo spirito
del grano era identificato spesso nell’ultimo mietitore che raccoglieva l’ultimo
covone. In tempi antichi egli era sacrificato e le sue ceneri sparse nei campi.
Poi si passò a sacrificare animali e bruciare fantocci, ma il significato era
sempre quello:il sacrificio della divinità primordiale, che moriva come Re del
Grano e il cui sangue benediceva la terra , garanzia di futuri e abbondanti
raccolti. La festa del sole calante è il punto di svolta in cui l’Uomo Verde di
Beltane si prepara a diventare l’Uomo Grigio della morte in autunno, quando
inizia il suo viaggio verso l’Altro Mondo. Ora, infatti, è il tempo in cui si arresta
la crescita nel mondo vegetale per permettere al raccolto di maturare. Nel
folklore europeo, durante i rituali dell’ultimo covone, si estraggono i chicchi del
futuro raccolto e si spargono le ceneri delle spighe per fertilizzare la terra. Il
tema di morte e rinascita non negava quello della fertilità, espresso dalle orge
rituali durante le feste del raccolto che, riattualizzando il mitico caos primordiale,
rinnovavano il ciclo dell’anno e la fecondità della terra: fertilità umana e
fertilità della Natura. Eros (amore) e Tanathos (morte) costituiscono un
binomio inscindibile anche in questo periodo dell’anno.
CELEBRARE LUGHANASADH
Questo momento dell’anno, dominato dal calore solare e dalla generosità della
Natura, vede la fine degli sforzi umani per portare a compimento il ciclo agrario
con il raccolto.Lughnasadh per noi dovrebbe essere tempo di gioia e di
vacanze, un periodo in cui raccogliamo e godiamo i frutti delle nostre fatiche.
Le cose che abbiamo portato a termine al Solstizio ora sono mature e possiamo
vedere i primi risultati delle nostre azioni intraprese nei mesi precedenti.Ma è
anche un momento di preparazione per il futuro, di riflettere che presto sarà
autunno e che dovremo affrontare una fase diversa. Per capire l’importanza di
questa festa nella nostra vita psichica, ci occorre comprendere l’importanza del
tema di morte e di rinascita nelle nostre vite. Diventiamo consapevoli che la
vita umana cresce e poi declina, è una ruota che deve continuamente essere
equilibrata. Questo è il culmine dell’anno ma anche l’inizio del processo del suo
declino. E’ utile comprendere l’idea del sacrificio in termini di trasformazione,
non tanto di morte bensì di lasciare andare via qualcosa per arrivare ad un più
alto livello creativo nella nostra vita. Il grano sacrificato diventa pane, il frutto
viene raccolto in modo che ci possa nutrire. Lughnasadh è festa di
trasformazione e la rinascita è la legge perpetua della Natura.Proviamo ad
andare nei campi dopo la mietitura: se saremo fortunati potremo trovare
alcune spighe sopravvissute alle implacabili mietitrebbiatrici. accogliamole e
formiamo con esse una bella ghirlanda intrecciata con nastri dorati, il colore del
dio Lugh. Conserviamola in casa o regaliamola
alla persona più cara, come auspicio d’abbondanti raccolti materiali e spirituali
nelle nostre vite.Se vogliamo provare a celebrare in maniera rituale questa
festa, potremmo farlo all’alba del l~ agosto oppure nel pomeriggio della stessa
giornata. Ci si procura alcune spighe di cereali, alcune manciate di chicchi di
grano, una pagnotta di pane e una coppa di vino. Si accendono tre piccoli
fuochi oppure (se non possiamo celebrare questo rituale all’aperto) tre candele
gialle o dorate. Si inizia da quello di destra dicendo: “In onore di Lugh, Dio
della Luce”. Poi si passa ad accendere il fuoco o la candela di sinistra dicendo:
“In onore della Dea della Terra”. Infine si accende il fuoco (o la candela)
centrale dicendo: “In onore del Re del Grano che muore per donarci la vita”. A
questo punto con le spighe che ci siamo procurate formiamo un mazzo,
legandolo con un nastro giallo o dorato e collocandolo nello spazio davanti alle
tre candele o ai tre fuochi. Si prende una manciata di chicchi di grano e si
compie lentamente un giro a spirale attorno al nostro mazzo di spighe, verso
l’esterno e in senso antiorario. Camminando si lascia cadere lentamente il
grano dietro di noi, dicendo: “Percorro il sentiero della Madre Terra’: Dopo aver
compiuto tre giri intorno al mazzo, ci si ferma in meditazione sul significato del
grano e poi si ritorna verso il mazzo, sempre muovendo a spirale ma stavolta
in senso orario. Si lasciano cadere altri semi di grano, dicendo: “Percorro il
sentiero del Dio della Luce”.
Ci si ferma in meditazione sul Dio Sole che sta per iniziare il suo viaggio
nell’Altro Mondo. Poi si leva in alto il pane, indi la coppa di vino e si consumano
questi cibi, lasciando briciole e gocce di vino da versare sulla terra.

(Feste Pagane Di Roberto fattore)

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